sexta-feira, 16 de dezembro de 2011

Entrevista Maria Gadú - Revista Marie Claire - Itália -



Tre anni fa poteva capitare di vederla suonare alla stazione di Porta Garibaldi di Milano. Voce, chitarra, un mix di samba, note afro e funk. Poi è tornata alla sua Rio de Janeiro, a cantare nei bar, fino alla sera in cui un regista, folgorato dalla sua versione di Ne me quitte pas, l’ha portata in tv. Da quel giorno Maria Gadù, 24 anni da San Paolo, non si è più fermata: show tv, concerti (come il Multishow ao vivo con Caetano Veloso, ora anche in dvd). E un cd d’esordio diventato disco d’oro, lanciato da un brano che lei non voleva nemmeno inserire e invece è diventato uno dei tormentoni pop dell’anno: Shimbalaiê.
Perché non la convinceva?
Per me era solo una canzoncina d’infanzia. Quando l’ho scritta avevo 10 anni ed ero in vacanza con i miei. La cantavo in continuazione ma non riuscivo a trovare il titolo giusto. Così mi sono inventata una parola magica: Shimbalaiê. Il successo mi ha sorpreso. Ma forse era destino...
Ci crede nel destino?
In realtà, no. Credo più ai sogni. Mia madre diceva sempre: «Vuoi sognare? Puoi farlo. Ma desidera cose concrete, realizzabili. La frustrazione è una cosa terribile».
Cosa le ha dato il successo?
Mi ha dato la “struttura”: teatri e strumenti. Ma mi ha tolto il tempo. Ho saudade delle cose semplici: passare un pomeriggio con gli amici è ormai un lusso.
Se non avesse fatto la cantante?
Avrei fatto la musicista.«»
Cosa si prova a suonare con Caetano Veloso? 
Si impara molto. Si scopre quanto sia colto, ma anche una persona normale. E poi, se devo essere sincera, il mio mito è un altro: Marisa Monte. 

- Marie Claire.it -

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